Drôle de Bistrot
Testo di Maria Chiara Ballerini
Foto © Nikoboi - Nicola Boi
Che derivi dai regionalismi bistraud o bistroquet per indicare i commercianti di vino o gli osti, oppure dall’esclamazione “bouistro!” con cui i soldati russi durante l’occupazione intimavano ai camerieri di farsi portare rapidamente da bere per il timore di essere scoperti, certo è che il bistrot nasce nel 1800 a Parigi per poi diffondere la sua cultura in tutta la Francia ed oltre. Piccoli ristoranti frequentati dagli avventori più disparati, luoghi d’ispirazione dove innumerevoli artisti hanno dato vita ad altrettanto innumerevoli opere, rifugi in cui rilassarsi, discutere, far decantare le emozioni, ritrovare il sorriso davanti ad un buon calice.
In tutte le sue infinite declinazioni, che possono farlo assomigliare tanto ad un’osteria come ad un locale di lusso, la caratteristica imprescindibile del bistrot è la capacità di mescolare eleganza e informalità, desiderio di meravigliare e spirito di accoglienza. Questi, tra altri, sono gli spunti che hanno guidato Marco Fadiga e sua moglie Helène nella progettazione di Fadiga Bistrot.
Nel cuore di Bologna, a ridosso del cinema Rialto e del teatro Duse, il ristorante evoca già con la sua collocazione topografica piacevoli suggestioni e ritualità da “dopoteatro”, confermate all’interno da una scenografia allestita su toni caldi e barocchi, da bistrot classico espresso in tutto il suo splendore. Cristalli, specchi, pareti variopinte, mobili vintage, tovaglie candide, comodi divani per una degustazione raffinata, una piccola bottega annessa dove concedersi l’acquisto di leccornie selezionate da Helène nei viaggi di ricerca enogastronomica, rappresentano la cornice dell’universo creativo di Marco Fadiga, uno degli chef più blasonati della nuova generazione, membro dei Jeunes Restaurateurs d’Europe e titolare di un curriculum d’eccezione in Francia al fianco di Gualtiero Marchesi.
Come l’ambientazione, anche la cucina di Fadiga Bistrot si ispira alla migliore tradizione dei bistrot francesi, a cominciare dal sontuoso banco Ostriche e Champagne. Le proposte più allettanti del menu spaziano poi dal Trionfo di crostacei a piatti come il Risotto con zucca, gamberi e tartufo, Spaghetti ai ricci, Risotto ai moscardini, Fricassea di coniglio, carciofi, albicocche e olive, Crema leggera al rum con infuso di cohiba, passando per la Finta catalana di polipo, Insalata di pompelmo rosa, carciofi, mandorle e parmigiano, Terrina di fois gras di anatra con brioche al salegrezzo e prugne, senza dimenticare il Mac Fadiga -personale rivisitazione dell’hamburger - e la provocazione degli “Spagettis bolognaise sauce”, che fanno il verso ad una ricetta inesistente nella tradizione eppure spacciata come “tipica” nel mondo intero.
Le creazioni di Marco Fadiga, ora sobrie, ora eccentriche e audaci, ricercano la modernità del gusto, coniugando lo stile parigino con l’eccellente materia prima italiana. “Nel panorama della ristorazione mancano stimoli nuovi” sostiene lo chef, convinto che la tradizione tout court possa anche annoiare e che le persone abbiano invece un bisogno sempre più profondo di stupore e di esperienze variegate. E infatti Fadiga sperimenta, incuriosisce e diverte, esibendo ricette inconsuete che manifestano la sua personalità ironica e fuori dal coro, esaltano la qualità dei prodotti e si distinguono per originalità e leggerezza.
Cucina emozionale, dunque, addirittura sensuale, che fa rivivere in ogni piatto la passione dello chef per il suo lavoro e la sua arte.