So chic... so suite!
Testo di Giulia Rovinetti
Foto di Margherita Cenni
Chissà cosa direbbe oggi l’ingegnere Giuseppe Maccaferri, vissuto oltre un secolo fa, se entrasse nell’antico Palazzo che progettò per la sua famiglia verso la fine dell’800 tra via Indipendenza, all’epoca nuova arteria principale che accoglieva i visitatori che arrivavano a Bologna dalla Stazione dei treni e i Giardini della Montagnola.
Vero e proprio gioiello, incastonato nel polmone verde del Parco del Pincio, il Palazzo che parla ancora della sua storia, accoglie un’esperienza unica nella città di Bologna e in Emilia Romagna. I Portici Hotel, 4 stelle lusso e il Ristorante I Portici, Stella Michelin dal 2012, sono i protagonisti di questa avventura che ha inizio qualche anno fa, quando furono avviati i lavori di restauro per riportare all’antico splendore la struttura ideata dai Maccaferri.
Dietro enormi pareti di cartongesso e grossolane pitture a tempera sono stati recuperati oltre 1500 metri quadrati di affreschi in stile Liberty, che si estendono lungo i corridoi, i soffitti delle camere dell’hotel, i grandi saloni, gli spazi comuni. Sarebbe con autentico stupore che Maccaferri varcherebbe oggi la soglia del numero 69 di via Indipendenza; si sentirebbe, da viaggiatore dei nostri tempi, accolto in un luogo in cui convivono le ricercate atmosfere dell’epoca e la modernità di un design, scelto con cura per arredare gli ambienti, arricchito da importanti pezzi di grandi firme italiane ed internazionali.
L’ampio spazio della hall, in cui predominano il bianco e la linearità delle forme, accoglie un giardino d’inverno, capace di donare leggerezza e di creare prospettive nuove con un gioco di trasparenze e di volumi, esaltato dal verde brillante delle piante e dalla trasparenza del vetro.
Il nostro ospite immaginario non resisterebbe certo alla curiosità di vedere come è stato recuperato il piccolo tempio del live show ante-litteram, il Teatro Eden, celebre Cafè Chantant che a fine ‘800 l’architetto Muggia progettò, all’interno del Palazzo, come luogo di spettacolo per ammirare le esibizioni delle più famose vedette della Belle Epoque.
Antistante l’area del Teatro, è stato ricavato uno spazio per il Lounge Bar, un elegante e raffinato punto di incontro dove è possibile fermarsi a pranzo scegliendo tra diversi piatti proposti dallo chef, degustare ottimi tè e caffè, o sorseggiare un aperitivo. Un modo diverso di incontrarsi per una pausa di lavoro o per un momento di relax tra amici. Con l’arrivo della bella stagione, Il Lounge Bar propone ai suoi ospiti una nuova area esterna per godere dell’atmosfera del centro storico. Sempre con affaccio sotto al portico di via Indipendenza, nascerà ai primi di settembre il nuovo spazio di vendita diretta al pubblico di pasta fresca e altri prodotti preparati dalla sfoglina del Ristornate: si chiamerà La Bottega dei Portici.
Dal Lounge Bar all’entrata nell’antico Teatro Eden il passo è breve. È in quel momento, in quello scarto di pochi metri che, il nostro ospite, si trova immerso all’improvviso in un ambiente dal fascino antico, luminoso, sapientemente restaurato, in cui sono state recuperate le preziose decorazioni bucoliche dei soffitti e le rose applicate ai capitelli di Sante Minguzzi. La Galleria sopraelevata che corre lungo il perimetro del Teatro è ancora oggi sorretta dalle colonne di ghisa della Fonderia Barbieri di Castelmaggiore.
Il Teatro Eden è divenuto sede del Ristornate I Portici e ogni sera mette in scena le interpretazioni gastronomiche del giovane chef stellato Agostino Iacobucci, che con la sua creatività ha saputo scegliere gli elementi essenziali della tradizione campana, armonizzandoli con la cucina emiliana. Sulla scia della più recente cultura che prevede la mescolanza di sapori e tradizioni diverse, non mancheranno le tagliatelle e gli affettati della gastronomia petroniana, a cui si aggiungeranno Spaghetti di Gragnano allo scarpariello, peperoncino di fiume, cremoso di bufala e tartare di alici al finocchietto. Grande protagonista è il pesce da abbinare con pasta e verdure di stagione. Tra i piatti d’eccellenza sulla Carta: Pane, bufala in carrozza, canocchie, pomodorini in olio extravergine e balsamico invecchiato; “Occhio” di Parmigiano 36 mesi con ristretto di caffè, zafferano e laccato di cipolla di Montoro; la Pasta fave e gamberoni con bisque di gamberi e nuvola di latte, il Maialino di mora romagnola in crosta di senape rustica, rape rosse, mela e mirto. Tra i dolci, un posto d’onore è riservato al Babà a tre lievitazioni.
Dopo essere passato tra i tavoli, 40 coperti in tutto, il “nostro” salirebbe di sicuro sul palco del Teatro per ammirare il restauro del boccascena, alleggerito dai pesanti tendaggi e illuminato, di riflesso, dalla pittura ghiaccio delle pareti; farebbe scivolare distrattamente le dita sui tasti bianchi e neri del pianoforte a coda in una scala solo accennata e, alzando la testa, noterebbe sulla sua sinistra un piccolo varco, un insolito pertugio da seguire come un novello Ulisse che lo condurrebbe in un altro ambiente, racchiuso nel cuore del Palazzo.
Come in un colpo di scena, degno di un’avvincente caccia al tesoro, lo scenario cambia ancora e dal bianco stile minimale, dai parquet africani lucidati, dalle trasparenze dei cristalli, si passa all’antica pietra quattrocentesca, le luci soffuse in uno spazio tridimensionale, simile a una grotta delle fiabe. Maccaferri è arrivato nell’antica Ex-Ghiacciaia del XIV secolo. Entrando in questo luogo non è difficile rivivere le atmosfere di un tempo passato, quando questa capsula di pietra, che rappresenta un ingegnoso tentativo di anticipare di 500 anni i primi frigoriferi, era illuminata dalla fioca luce di torce e lampade a petrolio e custodiva, tra paglia e neve, le derrate alimentari della Rocca di Galliera, residenza trecentesca del Legato Pontificio in città.
I suoi cunicoli lunghi e stretti, utilizzati ai tempi della guerra come rifugi antiaerei, corrono fino al Parco della Montagnola, partendo dalle viscere di Palazzo Maccaferri. L’antica Ghiacciaia ha attraversato oltre sette secoli di storia, senza mai tradire le sue caratteristiche originarie e, un accurato intervento di restauro, ha saputo renderla ancora più suggestiva, trasformandola in un ambiente su due livelli, separati da un pavimento trasparente, una piccola vertigine in grado di trasmettere tridimensionalità all’intera struttura.
Oltre ad ospitare la prestigiosa Cantina del ristorante, con più di 450 referenze, molte delle quali sono adagiate a riposare in una struttura realizzata su misura in rovere fiammato, la Ex-Ghiacciaia è uno spazio adatto per degustazioni o cene raffinate con prodotti e piatti realizzati dalla sapiente mano dello chef Iacobucci.
Come per uscire da ogni grotta incantata si segue un “sentiero”, così dalla Ex-Ghiacciaia si sale al piano superiore, il secondo, dove si apre davanti agli occhi dell’ospite venuto dal passato l’enorme Salone delle Feste, pensato di certo per balli fiabeschi, ma oggi rivisitato per ospitare nell’eleganza degli spazi, occasioni speciali, convegni e meeting o un ricevimento di nozze esclusivo ed indimenticabile. Grazie ad una perfetta organizzazione e cura per ogni singolo dettaglio, questo spazio, capace di contenere fino a 180 invitati, rappresenta una soluzione esclusiva per tutti coloro che pensano alle cerimonie e alle ricorrenze come ad un momento unico ed irripetibile. In questa originale cornice, con soffitti affrescati, trionfo del Liberty del primo ‘900, non poteva mancare una terrazza, la Terrazza Bistrot che, nei mesi di bel tempo, ospita rinfreschi e buffet fino a 400 persone, personalizzati da composizioni sempre nuove e studiate su misura ed un affaccio inusuale sul Parco del Pincio.
Salendo i piani di Palazzo Maccaferi con le 40 luminose camere contemporanee e le 46 camere rese uniche dal Liberty degli affreschi dipinti da diversi artisti dell’epoca, l’esperienza sensoriale del nostro ospite continua fino ad arrivare all’ultimo piano. Qui lo attende un ambiente di incredibile fascino, protetto da un ingresso riservato a cui si giunge con un ascensore privato. Sui tetti di Bologna è nata da circa un anno la romantica Suite Imperial. I suoi 160 metri quadrati sono arredati con originali complementi di design ed esclusivi oggetti d’artigianato italiano. La Suite è composta da un ampio e luminoso soggiorno con vista sul Parco del Pincio, da un’area studio, un’area pranzo con annesso minibar, una camera da letto matrimoniale e una seconda camera. La Suite possiede inoltre un ampio balcone, due bagni e una cabina doccia di 6 metri quadrati. L’open space dell’area living consente anche l’allestimento di uno spazio meeting per incontri e riunioni private.
Da questo mese è stata allestita e definitivamente conclusa anche il vero gioiello della Suite Imperial, la terrazza interna a cui si accede attraverso una romantica scala a chiocciola in ferro battuto, carica di aspettative ad ogni gradino, fino al tetto del Palazzo. Sul modello dei roof bar newyorkesi, questo intimo ed esclusivo spazio rappresenta una conquista assoluta per trascorrere ore indimenticabili. A fine 2013 saranno realizzate altre due Suite con le stesse caratteristiche esclusive, arricchite da servizi personalizzati, rispettivamente di 70 e 50 metri quadrati con ampie terrazze affacciate sui tetti e sul verde del Pincio.
L’ospite venuto dal passato che abbiamo seguito in questo tour virtuale ci ha trasportato in ambienti dal sapore antico eppure totalmente ripensati con una filosofia, un concept unico che definisce un’esperienza nuova per il cliente, di scoperta e di fascino che coinvolge i cinque sensi. L’architettura degli ambienti, i colori, le luci, gli aromi, il design, l’arte, il cibo, i tessuti: questi gli elementi che compongono in modo eterogeneo I Portici Hotel. Dal Ristorante I Portici, collocato all’interno del Teatro Eden di fine ‘800, al Lounge Bar, all’Ex Ghiacciaia Medievale del XIV secolo, alla Terrazza Bistrot, al Salone delle Feste fino alla recente Suite Imperial, questi spazi concorrono a realizzare una raffinata e suggestiva atmosfera, e sono in grado di trasportare chi li osserva e li vive verso una nuova dimensione.